domenica 30 novembre 2014

LE API POSSONO CURARSI ?

Da uno studio di ERLER dell'università di Halle-Wittenberg in Germania, è emersa la possibilità che le api affette da particolari malattie, tendono ad immagazzinare ed a nutrirsi di miele prodotto con alcuni tipi di piante, che ha una funzione antibiotica naturale proprio sulla malattia in questione.
Se ciò si rivelasse vero, sarebbe una vera scoperta salva api, potendo noi somministrare alle api, particolari tipi di miele volti a contrastare peste americana, peste europea e nosema.

Di seguito una traduzione di una pubblicazione della BBC, consultabile in inglese al seguente link:
http://www.bbc.com/earth/story/20141025-honeybees-play-doctors-and-nurses

Traduzione:

Sono tra le creature più operose del pianeta, ma le api continuano a lottare quando sono malate. Una volta che una malattia prende piede all'interno di un alveare, le api possono diventare lente e disorientate, e molte possono morire.
Ora sembra che le api possano avere un modo in grado di aiutarle a mantenere la propria forza lavoro in buona salute - ossia con api che alimentano "il miele medicinale" agli altri membri dell'alveare.
Un gruppo di api operaie chiamate "api nutrici", se sono infettate da un parassita, possono selettivamente mangiare il miele che ha un'attività antibiotica, secondo Silvio Erler del Martin Luther Università di Halle-Wittenberg in Halle, in Germania e dei suoi colleghi.
Queste api sono anche responsabili dell'alimentazione dando miele alle larve e distribuirlo ad altri membri della colonia. Quindi è possibile che siano i medici dell' alveare, prescrivendo diversi tipi di miele ad altre api a seconda della loro infezione. Se questo è vero, potrebbe essere importante per capire come le api combattono le malattie.

Nello studio di Erler, ad alcune colonie infettate da un parassita intestinale chiamato Nosema ceranae è stata data la possibilità di scegliere tra 4 diversi tipi di miele. Tre tipi di miele sono stati fatti dal nettare di piante - robinia, girasole e tigli - mentre un quarto era miele di melata fatto con le secrezioni di cocciniglie o afidi. Ciascuno dei mieli è stato conosciuto per avere attività antibiotica.
Api con maggiori livelli di infezione tendono a mangiare più miele di girasole, che ha avuto la più forte attività antimicrobica. Ha ridotto il livello di infezione nelle api che l' ha mangiato del 7%, rispetto al miele di tiglio.
" I mieli sono pieni di micronutrienti, alcaloidi e composti vegetali secondari che sono buoni sia per le api che per gli esseri umani allo stesso modo", spiega Mike Simone-Finstrom della North Carolina State University di Raleigh. Uno studio ha suggerito che possono aumentare l'attività dei geni di immunità delle api, aumentando la loro capacità di combattere le malattie.
Uno studio separato del gruppo di Erler suggerisce che diversi mieli sono efficaci contro diverse malattie. Mentre il miele di girasole è bravo a prevenire la crescita di batteri che causano la peste americana, è meno efficace contro i batteri associati a peste europea. Tuttavia, il miele di tiglio è stato più efficace contro quest ultimi batteri.


"Le api operaie hanno una posizione di eccezionale importanza per la distribuzione del miele selettivamente nella colonia che colpisce la loro salute, ma potenzialmente anche quella di altre compagne di nido", dice Erler.
Il suo team sta ora indagando se come le api nutrici possono selezionare mieli provenienti da fonti diverse a seconda della infezione che stanno combattendo. Se questo risulta essere vero, si rivelerà la possibilità di curare gli alveari in un modo mai visto prima.
Con api sotto la minaccia di malattie, il cambiamento climatico, l'inquinamento e le nuove tecniche agricole, Erler dice che la loro capacità medicinali potrebbe rivelarsi preziose. "Apicoltori potrebbero approfittare dei flussi di miele specifici per proteggere le loro colonie contro le malattie specifiche", dice.
"Ma non dobbiamo sopravvalutare il ruolo medicinale del miele", dice Francesco Ratnieks della University of Sussex a Brighton. "Se dopo sei giorni di alimentazione con un solo tipo di miele si ottiene solo un effetto del 7% su infezioni, va precisato che l'effetto in un alveare potrebbe essere minore. Le api raccolgono il miele principalmente come una fornitura di cibo, non come farmaco."

Le api hanno altre fonti di medicina oltre al miele. Ad esempio, raccolgono resina dalle piante che incorporano nei loro nidi, dove può contribuire a combattere i parassiti fungini. Nel 2012 Simone-Finstrom e un collega hanno mostrato che le api infettate con spore fungine hanno raccolto più resina delle altre.
Le api, insieme ad altri insetti come formiche, mostrano anche un comportamento "igienico": i lavoratori portano i membri defunti della colonia lontano per evitare una diffusione dell'infezione. Ratnieks sta cercando di allevare le api, per la produzione di colonie che sono più resistenti alle malattie.
Le api sono ben lungi dall'essere gli unici animali che possono auto-medicarsi. Mentre gli esseri umani prendono per un'aspirina per combattere il mal di testa, molti primati, tra cui gli scimpanzé mangiano la corteccia amara e foglie ruvide che possono contribuire a uccidere i parassiti fuori nelle loro viscere. Le capre mangiano vegetazione alta in tannini, quando sono affetti da vermi intestinali. Bruchi orso Woolly combattere mosche parassite mangiando piante ricche di sostanze chimiche tossiche, mentre le formiche legno incorporano resina antimicrobica da conifere nei loro nidi.

giovedì 7 agosto 2014

ARRIVANO I FRUTTI

Ed ecco finalmente il frutto delle nostre fatiche ;)...

La Grande Piramide di Miele ;)

















                        Inoltro un buonissimo assaggio virtuale a tutti ;) !

mercoledì 11 giugno 2014

Dopo il recupero dello sciame

Una tra le sensazioni più belle che per l'apicoltore rappresenta un tocco di colore in più alla primavera è proprio la raccolta dello sciame.
Ci sono però delle cose che sarebbe opportuno fare per essere sicuri di avere una famiglia sana e senza problematiche.
1) Passare ossalico gocciolato (apibioxal) per poter uccidere il più alto numero di varroe possibili. Viene consigliato di passare l'ossalico dopo 5-6 giorni, in quanto la famiglia si è stabilizzata nella nuova dimora e non c'è ancora covata opercolata, ciò che favorisce la morte delle varroe attaccate alle api.
2)  Controllare che ci sia la regina o che non abbia problemi:
  • Se si hanno altre famiglie potete inserire un favo di covata fresca di altre famiglie. Se le api andranno a costruire delle celle reali appare evidente che la regina non sia presente (si parla di sciame orfano). In questo caso inserendolo subito, si può già vedere l'effetto nel momento i cui si va a gocciolare l'ossalico.
  • Se non si hanno altre famiglie dalle quali prendere covata o magari non si vuole rischiare il passaggio di eventuali malattie, spore etc, sarebbe opportuno fare un controllo visivo per constatare la presenza della regina. Secondo me andrebbe fatto o quasi subito (il secondo, terzo giorno, prima del gocciolato) oppure dopo il gocciolato (6 giorni dopo il gocciolato, per via della caduta di varroe credo possa andare bene. In alternativa se non si vuole cercare la regina, si aspetta semplicemente qualche giorno per vedere se la regina ha deposto uova. Non c'è un periodo di tempo specifico entro il quale la regina depone, possono essere 3-4 giorni come 8-9 (a me è capitato il secondo caso), statisticamente sentendo in giro la media è 6 giorni.
         Io personalmente ho fatto il gocciolato dopo 5 giorni e ho controllato la presenza della regina 12 giorni          dopo il recupero dello sciame, cioè 7 giorni dopo il gocciolato, in modo che ho proceduto anche alla
         marcatura.
3) Marcare la regina, se si vuole.....  io l'ho marcata il dodicesimo giorno dal recupero sciame e
    non c'è stato alcun problema. La regina e le api hanno continuato come nulla fosse successo.
4) Si può mettere la famiglia in un porta sciami oppure in un arnia normale separandola con due diaframmi. L' ulteriore alternativa è quella di mettere la famiglia in un arnia normale con tutti i telaini inseriti, senza diaframmi.
A) Se si mette la famiglia nel porta sciami, si aspetta che quest'ultima abbia costruito tutti i telaini per poi travasarla nell' arnia definitiva. Supponendo che occupi 6 telaini, si possono mettere aggiungere 2 fogli cerei tra covata e scorte, uno a destra e uno a sinistra. Nelle posizioni 1 e 10 ci si può mettere il diaframma, oppure direttamente altri due fogli cerei. (metodo più usato).
B) Si può mettere subito la famiglia al centro dell'arnia definitiva con due diaframmi e poi mano a mano si aggiungono fogli cerei tra covata e scorte, sia a destra che a sinistra.
C) Si mette la famiglia nell' arnia con tutti i fogli cerei e si lascia fare tutto in tranquillità alle api.
D) C'è chi mette la famiglia direttamente nell' arnia grande separata con i diaframmi inserendo però il melario. In questo caso le api spostano il miele nel melario lasciando cosi nel nido dei telaini liberi per la covata. Se prendiamo una famiglia (su 7 telaini) a fine aprile questa andrà a costruire i 7 telaini li intaserà di miele. Se la regina tarda nella covata è possibile che alcune celle siano riempite a metà di miele e la regina non abbia spazio sufficiente per deporre o, per lo meno, avrà meno spazio del necessario. Pertanto inserendo il melario, il miele prodotto verrà trasportato al suo interno dalle api, le quali stanno strette nel nido con i diaframmi e la regina potrà deporre tranquillamente. Facendosi il calcolo dei giorni, quando ci sarà lo sfarfallamento delle nuove api, è necessario introdurre i telaini restanti nel nido. Vantaggio: la famiglia andrà subito in produzione e avremo già miele nel melario. (non ho provato questo metodo ma credo funzioni).

Io ho usato il metodo B, e quando la famiglia aveva costruito tutti i 6 cerei principali ho messo direttamente gli altri 4 fogli cerei, anche perchè avevo provato a mettere il diaframma ma volevano costruirci sopra ;) :

Voglia di costruire

ACCORGIMENTO:
COSTRUZIONE CELLE REALI.
Può capitare che alcuni sciami inizino a costruire dei cupolini che possono essere sia nella parte inferiore dei favi che nella parte centrale.
Mentre quella della parte inferiore sono i cupolini tipici della sciamatura, quelli al centro del favo dovrebbero essere di sostituzione (le api vogliono sostituire la regina). Nel mio caso, infatti, ho trovato un solo cupolino al centro del favo.
A questo punto la regina potrà deporre o meno nel cupolino di sostituzione e, in caso affermativo, dopo la nascita della nuova regina, le api andranno a sopprimere la vecchia.
E' possibile trovare sia cella reale centrale di sostituzione che celle reali in basso di sciamatura. In questo caso ogni apicoltore agisce come meglio crede, c'è chi fa i nuclei, chi invece lascia fare tranquillamente alle api, che potrebbero anche sciamare, chi invece sopprime le celle reali per fare andare la famiglia in produzione.

venerdì 11 aprile 2014

Api su fiori di prugno

Ed ecco qualche scatto con api su fiori di prugno




RECUPERO NUOVO SCIAME

Arriva la terza famigliaa;):
 L'inverno mite di quest'anno ha sicuramente favorito la popolosità delle famiglie tanto che una delle mie due famiglie ha già sciamato e nell'altra ci sono molte celle reali. Per fortuna lo sciame si è fermato a 10 metri dall'arnia di origini sempre dentro al mio campo, altrimenti chi si sarebbe accorto.
Il recupero dello sciame è stato abbastanza facile essendosi posato in una pianta di lavanda.
 Ed eccole famigliarizzare con la loro nuova casa



giovedì 3 aprile 2014

Ape su fiore di prugno

RINNOVO I MIEI SALUTI A TUTTI COLORO CHE SEGUONO IL BLOG CON UNA NUOVA FOTO APPENA FATTA.


APE SU FIORI DI PRUGNO


mercoledì 19 febbraio 2014

Calcolo acido citrico su 1 litro di succo di limone

Grazie all'acuta osservazione di RICCARDO61 secondo il quale i grammi di acido citrico erano 3 e non 0,3 come da me precedentemente scritto ho fatto delle ricerche e mi sento di confermare quanto detto da RICCARDO 61.
Però per correttezza vi dico che questa è una mia interpretazione, prendendo in esame info che ho trovato sul web, pertanto prego chiunque riesca a fare maggiore chiarezza o a smentire quanto detto di contattarmi per modificare il post.
Ho trovato sul web questo studio che ci toglie molti dubbi. Si riesce a vedere come in un litro di succo di limone risultino esserci ben 63,4 grammi di acido citrico....

Leggetela è interessante ;) :


Quindi, se abbiamo in casa l'acido citrico in polvere e non vogliamo usare il succo di limone dobbiamo trovare quanti grammi di acido citrico ci servono.
Poichè, come detto precedentemente (nel post sullo sciroppo), ci servirebbero 40ml di succo di limone, dobbiamo calcolare quanti grammi di acido citrico sono contenuti in 40ml di succo di limone.
Quindi considerando che 40ml di succo di limone equivalgono a 0,040 litri possiamo impostare la seguente proporzione:

1litro:63,4grammi = 0,040litri: X
(Se in 1 litro di succo di limone ci sono 63,4 grammi di acido citrico, quanti ce ne stanno in 0,040 litri?)

X= 0.040*63,4/1= 2,54gr (grammi di acido citrico di cui abbiamo bisogno)

Ringrazio ancora RICCARDO61 per il contributo.