lunedì 25 novembre 2013

ACIDO OSSALICO SUBLIMATO

Oltre all'acido ossalico gocciolato, un altro metodo utilizzato per trattare le api è quello di somministrare l'acido ossalico in forma sublimata.
La sublimazione consiste nell'evaporazione dell'ossalico che avviene ad una temperatura pari a circa 150 gradi, per questo abbiamo bisogno di uno strumento adeguato.
A prescindere da quale sia lo strumento, la tecnica è, più o meno, sempre la stessa.

PROCEDURA:

Prima di spiegare la procedura è estremamente importante munirsi di una maschera per acidi organici poiché respirare l'acido ossalico sublimato è abbastanza pericoloso. E' stato, infatti, rilevato che l'acido ossalico, se presente in eccesso nell'organismo, favorisce il formarsi di calcoli renali.
Io ad esempio uso questa maschera e i filtri sono apposta per acidi organici.


1) Come prima cosa, dobbiamo mettere in un contenitore dai 3 ai 5 gr. di acido ossalico in polvere, in base alla popolosità della famiglia da trattare. Personalmente metto l'ossalico in questo contenitore, pesandolo con una bilancia digitale. In futuro però acquisterò un misurino e vedere la tacca che equivale a 3 o 5 grammi in modo tale da non dover stare a pesare ogni volta (il misurino costa 0,30 centesimi, solamente mi dimentico sempre di comprarlo e ogni volta ripiego sul mio piccolo contenitore di fiducia ;) ).


2) Stabilita la dose che vogliamo usare inseriamo l'ossalico nell'apposito alloggiamento del nostro sublimatore. Questo è il sublimatore che uso io e l'alloggiamento è sulla sinistra.
Per le info sul sublimatore si rimanda al seguente link: SUBLIMATORE
  
3) Ora inseriamo il sublimatore nell'arnia e chiudiamo la porticina d'ingresso ermeticamente. Io ho usato della gomma piuma poiché si può premere e si può inserire perfettamente nel foro, ma si possono usare anche stracci o altro. Occhio perché se mettete la gomma piuma a contatto con il ferro che si riscalda potrebbe prendere fuoco. Io personalmente inserisco tutto il sublimatore all'interno dell'arnia lasciando fuori il filo e quindi la gomma piuma non va a contatto con il ferro e non si brucia.

4) Attacchiamo i morsetti del sublimatore, alla batteria di un auto o altro. Io l'ho attaccato all'avviatore per auto, che di per se equivale ad una batteria da 12 volt. E' comodo da trasportare, pesa poco, e quelli economici si rimediano a 30- 35 euro.


5) Aspettiamo 5 minuti, tempo necessario all'ossalico per evaporare (il tempo varia in base alla marca e al tipo del nostro sublimatore). Se si dispone del cassettino per la varroa molto probabilmente si vedrà del fumo fuoriuscire.

6) Stacchiamo la batteria dal sublimatore e aspettiamo due minuti per dare il tempo all'ossalico di fermarsi bene nei telaini.

7) Infine si toglie il sublimatore e lo si immerge in una bacinella d'acqua per farlo raffreddare. Se non lo raffreddiamo, oltre al rischio di scottarci, vediamo che inserendo la nuova dose di acido ossalico per trattare la famiglia successiva, l'ossalico sublimerà quasi subito, essendo il sublimatore ancora molto caldo.

sublimatore

Il sublimatore è uno strumento utilizzato per la somministrazione dell'acido ossalico in forma sublimata. Esistono diversi tipi di sublimatore il cui funzionamento è pressoché analogo.
Io personalmente ho il seguente:
Nella parte sinistra vediamo l'alloggiamento in cui inserire l'ossalico in polvere, mentre nella parte destra abbiamo i morsetti che si attaccano nella batteria che alimenterà il sublimatore e farà raggiungere, la vaschetta in cui è contenuto l'ossalico, la temperatura necessaria a far evaporare l'ossalico (superiore ai 150 gradi).
Questo sublimatore è alimentato a 12 V, quindi una batteria per auto è perfetta. Io personalmente utilizzo l'avviatore per auto, che di per se è una batteria ricaricabile e mi consente di vedere con l'apposito pulsante se si sta scaricando e quindi se va messo sotto carica.
In base al sublimatore di nostro possesso, potrebbero essere necessari voltaggi diversi (12V - 24V) e il tempo per far evaporare l'ossalico potrebbe essere maggiore o minore. Nel modello sopra riportato occorrono 5 minuti.
In alternativa abbiamo quest'altro sublimatore VARROX:
E' praticamente identico al primo ma forse è più pratico, avendo il meccanismo anteriore più corto e quindi più veloce da inserire nell'arnia.

Un altro modello analogo ai primi è il seguente:
Per i tre modelli precedenti il prezzo oscilla tra le 130 e le 170 euro.

Mentre un modello ben più costoso, circa 350 euro, ma di sicuro utilizzo professionale è il seguente:



sabato 9 novembre 2013

tettoia per api

Oggi ho messo una tettoia sopra le api al fine di evitare che la pioggia e la neve cadano sull'arnia.


Certo ho solamente due arnie; ne avessi avute 100 sarebbe stato un problema ;)!

lunedì 7 ottobre 2013

IL VACCINO

Il vaccino richiede 5 anni, anche se ultimamente hanno studiato un nuovo metodo che consente di arrivare alla dose di richiamo in una sola giornata. Quest'ultimo metodo, essendo anche più rischioso, credo che non venga applicato in Italia e, in ogni caso, richiede richiami per diversi anni.

Riguardo la prassi, per lo meno la mia:
Ci saranno i primi 8 incontri settimanali dove mi verranno iniettate due dosi di veleno, via via crescenti (eccetto il primo appuntamento in cui le dosi sono 4).
successivamente ai primi 8 incontri settimanali, ci sarà una seduta a distanza di due settimane.
Si passerà successivamente ad ogni mese, per finire, dal terzo anno al quinto, credo, con 4 incontri annui.

aggiornerò il post man mano che si andrà avanti.
Per ora ho fatto il primo incontro con 4 dosi.

SALUTE PERFETTA

Ultimamente sto controllando poco le mie api per via dell'allergia che ho sviluppato ma dal controllo di ieri sono abbastanza tranquillo.

Le due famiglie sono aumentate notevolmente di numero e grazie ad un settembre "primaverile" ;) le api hanno anche importato molto. Il cassettino era pieno di polline.

Intanto ho fatto la prima seduta di vaccino che si è conclusa con le prime 4 dosi di veleno.

domenica 15 settembre 2013

Allergia al veleno delle api

Con il seguente post, si vuole dare alcune informazioni riguardo l'allergia al veleno delle api, visto che sto seguendo tutta la procedura essendo io stesso sensibilizzato al veleno.

1) Per diventare sensibili al veleno delle api, non è sufficiente una sola puntura. A me l'allergia è subentrata all'ottavo pizzico. Ci sono stati casi in cui persone sono diventate allergiche dopo anche 20-30 pizzichi. Tutto dipende dal proprio fisico. In teoria gli apicoltori che prendono molte punture all'anno, tipo 100-200 sono automaticamente immuni al veleno e sono salvi da future allergie ;).

2) Il sintomo che ho riscontrato personalmente è stato rossore e orticaria in tutto il corpo. Anche alla testa. Il primo sintomo è stato prurito intorno alla puntura dell'insetto, poi prima dell'orticaria in tutto il corpo, ho avvertito gonfiore e orticaria nelle mani e nei piedi.
L'orticaria alle mani e piedi mi è comparsa circa 40 minuti dopo il pizzico. In questo caso dovete subito andare al PRONTO SOCCORSO. Vi inietteranno cortisone e antistaminico.

3) Non è bene trascurare questo sintomo poichè la reazione potrebbe peggiorare fino ad arrivare allo shock anafilattico. Non solo, se oggi avete una reazione estesa, non è detto che anche domani, al nuovo pizzico dell'ape, avrete sempre una reazione estesa, ma possibile SHOCK ANAFILATTICO.

4) Quando l'allergia produce lo shock anafilattico, i vasi sanguini si dilatano non facendo scorrere il sangue alla giusta pressione. La pressione si abbassa e si sviene. In questi casi solamente L'ADRENALINA può riuscire a salvare il soggetto. Poichè fa alzare i battiti del cuore, riuscendo, in un certo senso a riportare la pressione ai livelli giusti.

5) Se si è allergici bisogna portare con se l'adrenalina autoiniettabile, prescritta dal medico specialista, che in farmacia costa sulle 80 euro. Se si viene punti, ci si allontana dall'arnia, si aspetta qualche secondo cercando di capire se il pizzico dell'ape ci sta producendo una reazione grave. ai primi sintomi in cui il soggetto avverte la quasi mancanza di ossigeno l'adrenalina va subito iniettata senza aspettare oltre. Da li allo svenimento potrebbero trascorrere solamente pochi secondi.

6) I TEST per vedere se si è allergici si fanno sulla pelle. Vengono iniettate diverse dosi di veleno, e si vede se quel veleno fa realmente reazione. Se intorno alla puntura si avverte orticaria e la zona diventa rossa per un paio di centimetri oltre il punto in cui è stato iniettato il veleno... Bèèè... è allergia.

7) IL VACCINO richiede 5 anni di tempo. All'inizio per ben 6 volte verrà iniettato il veleno una volta a settimana. Quindi, ad esempio, per 6 lunedi di fila. Poi si passerà alla vaccinazione una volta al mese. Non se bisogna andare una volta al mese fino al quinto anno oppure solo fino al terzo.
In base all'azienda sanitaria locale il vaccino e l'adrenalina potrebbero essere fatti gratuitamente, altrimenti si dovranno pagare il veleno e l'adrenalina.

AI PROSSIMI AGGIORNAMENTI.

domenica 11 agosto 2013

ALLERGIA VELENO API

Cattive notizie.
Dopo l'ultimo pizzico nella caviglia, ho avuto visibili segni di allergia.
Come primo sintomo ho avvertito prurito nelle mani e nei piedi. Successivamente arrossamento nella braccia gambe, chiazze sulla schiena e pancia e prurito nella testa.

I sintomi sono proprio di sensibilizzazione al veleno delle api.

Nei prossimi giorni inizierò i test allergici con l'intenzione di proseguire con il Vaccino (immunoterapia al veleno).

Vi terrò aggiornati sulla prassi da seguire, per chiunque si trovasse nella mia stessa situazione.

Intanto devo ridurre notevolmente le visite in apiario riducendole al minimo e al posto della tuta d'apicoltore devo usare le tute spaziali della nasa: ermetiche si, ma con aria condizionata incorporata ;), che mi è stata data in concessione dal governo americano ;)!

L'unica notizia positiva sono i 16 kg di miele che già sono belli e invasettati ;)!

sabato 29 giugno 2013

inserimento regina

Purtroppo, dopo accurate visite ;), mi sono accorto che lo sciame era orfano pertanto, sono dovuto correre a i ripari inserendo,  una nuova regina.






Fortunatamente le api hanno accettato la nuova regina e, a distanza di tempo, c'è covata ;)! Quindi si riparte alla grande.

martedì 28 maggio 2013

Arriva una nuova famigliaaaa

Visitando la famiglia mi sono reso conto che il numero si era sensibilmente ridotto e parte del miele nel melario, sparito.
E subito ho pensato: "la famiglia ha sciamato, e lo sciame chissà dove sarà finito";

Sulla via del ritorno (a piedi) è arrivata la sorpresa:






Api in attesa di collocazione


Ed eccole nella tipica posizione per attirare le altre che stanno ancora fuori. La regina è dentro.

mercoledì 15 maggio 2013

Il melario e l'acacia

ARRIVA IL MIELE D'ACACIAAAAAA!!!!!!



Finalmente le api sono salite nel melario e grazie all'abbondante acacia la produzione procede bene. 



Peccato soltanto per il tempo instabile.


mercoledì 27 marzo 2013

PESTE AMERICANA

La peste americana è, per la sfortuna dell' apicoltore, una malattia molto diffusa, il cui "bastardo latitante" è il Bacillus Larvae che colpisce le larve subito dopo l'opercolazione, non consentendo pertanto il ricambio generazionale della famiglia.
In pratica le api non nascono, perchè muoiono prima del loro completamento del ciclo vitale, essendo attaccate dal bacillus larvae.

MECCANISMO:
Siamo di fronte ad una vera arma killer.
Le spore, che sono la versione dormiente del bacillo, vengono introdotte nelle cellette per nutrire le larve. Quando la larva ingerisce un numero elevato di spore (passate inconsapevolmente dalle nutrici), ecco che nel suo intestino quest' ultime germineranno diventando bacilli.
La larva è cosi malata e morirà manifestando gli effetti soltanto dopo l'opercolatura.
E' necessario un numero pari a 10 spore per infettare una larva nei suoi due primi giorni di crescita, mentre ce ne vogliono milioni per infettare larve con più di 5 giorni di vita.
Una volta che la larva è morta, i bacilli germinati al suo interno ridiventeranno spore, ed ecco che le api, andando a pulire quelle celle, si caricheranno di spore che inevitabilmente trasporteranno in giro per tutta l' arnia andando ad infettare con la nutrizione altre larve.

SINTOMI:
Il sintomo più evidente è la presenza di celle opercolate ma bucate. Ogni celle che presenta un piccolo buco avrà al suo interno una larva morta. Come si può vedere dal video.
  1. L'odore della larva è simile al formaggio, tipo bigattino da pesca, tipo colla di pesce.
  2. Covata sparsa.
  3. Nonostante ci sia covata la famiglia non cresce, rimane costante.
  4. si può fare la prova della chiarificazione del latte.
SOLUZIONI NATURALI:
Le api predisposte naturalmente ad arginare la peste americana mettono in moto un meccanismo molto ingegnoso.
Quando le api si accorgono di problemi alle larve, tendono a disopercolare e pulire la cella prima che i bacilli si trasformino di nuovo in spore e pertanto evitano la propagazione di quest' ultime.

SOLUZIONI DELL' APICOLTORE 
La scelta più immediata è quella della soppressione della famiglia, per due motivi: 
A) si evita che vengano infettate altre famiglie;
B) la famiglia che ha contratto la peste potrebbe non essere geneticamente predisposta al meccanismo di Soluzione naturale indicato sopra e pertanto,anche salvandole, potrebbero contrarre nuovamente la peste americana.
La seconda scelta è quella di mettere in sciamatura con digiuno forzato la famiglia.
La famiglia si sposta in un altra arnia con telaini senza foglio cereo, o con fogli cerei mai lavorati, cosi inizieranno a costruire naturalmente disintossicandosi di tutto ciò che hanno ingerito e quindi anche le spore.
Dopo che hanno costruito naturalmente dei favi, devono essere messe in una nuova arnia con dei telaini con foglio cereo vergine, in modo che possano riprendere la loro normale attività, dopo essersi spurgati di tutte le spore che potrebbero avere ingerito con il miele.
Sarebbe buona cosa dare una spruzzatina di vita oxygen alla famiglia.
Bisogna poi cambiare la regina e inserirla una che produrrà api più propense alla soluzione naturale indicata sopra.
SVANTAGGIO: bisogna disinfettare ben 2 arnie, e dare fuoco a tutti i telaini precedentemente lavorati.
L'ultima scelta, CHE NESSUNO DOVREBBE FARE, è quella di usare antibiotici.
L'antibiotico non consente al bacillo di svilupparsi ma purtroppo non è efficacie contro il numero elevato di spore. Si potrebbe verificare, pertanto, la situazione in cui la famiglia bombata di antibiotici non è malata, ma al suo interno ha un contenuto talmente tanto elevato di spore che potrebbe infettare altre famiglie, di apicoltori che non li usano.

CONTAGIO:
Il contagio può avvenire principalmente in seguito a queste 3 ipotesi:
  • In seguito al saccheggio. La nostra famiglia andrà a saccheggiare una famiglia più debole infetta da peste americana, cosi le nostre api porteranno all'interno nella loro casa milioni e milioni di spore.
       Attenzione: è possibile che la nostra famiglia ne saccheggi un altra imbottita
       di antibiotici che apparentemente non ha malattie ma che ovviamente è
       carica di spore.
  • Ci viene venduto uno sciame stato bombato di antibiotici ma purtroppo i telaini sono carichi di spore. cosi quando l'effetto antibiotico termina la famiglia viene infettata.
  • viene inserita nella nostra arnia materiale infetto. Es: inseriamo un telaino di scorte di un altra famiglia infetta. oppure usiamo un attrezzo che è stato usato su una famiglia infetta e pertanto sarà pieno di spore.



per altre info:

 http://www.mieliditalia.it/pesteam.htm

venerdì 15 marzo 2013

Famiglia ok

Buone notizie..... l'altra famiglia (quella della foto seguente) dovrebbe essere scampata dal cocktail mortale: inverno+varroe.
C'è già covata opercolata e ottima importazione.
Non rimane che monitorare lo stato di crescita!
(In questo periodo per il controllo rimando a questo link: fine-inverno-inizio-primavera)


Importazione

Chi trova un tarassaco, trova un tesoro.




Dopo le brutte giornate che ci siamo lasciati alle spalle, ma che, a sentir dire, ci riaspettano dietro l'angolo, le api hanno, finalmente, potuto approfittare di un giorno di tregua.





Non riuscivo a capire come le api potessero importare tutto quel polline a flotte, fino a quanto ho abbassato gli occhi ed ho trovato la risposta.


Viva il tarassaco Pre-primavera



giovedì 14 marzo 2013

Sintomi indebolimento da varroa

Sintomi che ho riscontrato: Api che non riescono ad uscire dalle celle, ed altre morte all'interno della cella stessa. Gli effetti erano ben visibili in due famiglie. In una ho tolto la covata rimanente a dicembre, e trattato con ossalico gocciolato, ed è sopravvissuta, nonostante attualmente il carico di varroa è eccessivo e pertanto dovrei intervenire con un ciclo di sublimato. Nell' altra,invece, non ho tolto la covata e ho tratto con ossalico gocciolato ma non è sopravvissuta all'inverno.

venerdì 1 marzo 2013

Api con ali deformi, collasso famiglia

Indebolimento della famiglia dovuto all'eccessiva varroa. Api con ali deformi. Famiglia salvata grazie al trattamento con acido ossalico sublimato, prima del collasso della famiglia.

lunedì 28 gennaio 2013

fenomeni atmosferici

Il tempo non è dalla nostra.
Pioggia e temperature basse non consentono di fare controlli o di aprire l'arnia per inserire i telaini con il miele che avevo precedentemente messo via!

La cosa positiva è che le due famiglie sono ancora vive ma arrivati a fine gennaio, con freddo persistente, un pò di nutrimento in più non farebbe male!

Rimanendo in attesa del bel tempo, porgo un saluto a tutti coloro che si imbatteranno in questo blog, nelle frede giornate di febbraio!