venerdì 27 aprile 2012

nuova famiglia e favo naturale

Ecco qui la foto di una delle 2 mie nuove famiglie... Fantasticheee!

Una famiglia molto numerosa sta addirittura su 9 telaini. Il decimo non l'avevo messo ed ecco in 2 giorni che hanno fatto! favo naturale sotto al coprifavo.
FANTASTICO



giovedì 26 aprile 2012

SCIROPPO PER LE API: PREPARAZIONE

Lo sciroppo per le api viene usato nella fase post invernale per aiutare le famiglie a riprendere vigore e numerosità quando:
  • Non ci sono ancora culture sulle quali bottinare e il miele all'interno dell'arnia scarseggia (in questa ipotesi si può anche usare il candito). 
  • Abbiamo appena preso uno sciame e non abbiamo telaini di miele da dargli. O se lo abbiamo, non vogliamo metterlo in contatto con altri telaini già lavorati da altre famiglie per evitare virosi, facendo sviluppare tutto il miele allo sciame appena recuperato.
COMPOSIZIONE:
Per la preparazione vanno rispettate più o meno le seguenti proporzioni:
In primavera, per stimolare la deposizione:
- 1 litro di acqua;
- 1 kg di zucchero;
- 40 millilitri(4 cl ossia 40cc) di succo di limone, che sarebbe l equivalente di 1/5 di un bicchiere standard che abbiamo in casa il quale equivale a 2 cl ossia 20cc.
(rispettando questi valori la composizione finale sarà di circa 1 litro e 800.)
In metà-fine inverno per accumulo di scorte:
-1 litro d'acqua;
-2 kg di zucchero;
-40;60 millilitri di succo di limone.
(rispettando questi valori la composizione finale sarò circa 2 litri e 800)
In realtà questa seconda dose può essere usata anche a primavera se la famiglia ha pochissime scorte o se è previsto un lungo periodo di pioggia che non consentirebbe alle api di bottinare.

PERCHE' USARE IL SUCCO DI LIMONE?
Perché contiene acido Citrico (circa il 6% di succo di limone contiene acido citrico). L'acido citrico è essenziale per innestare quel meccanismo chimico chiamato Invertasi che consente di scomporre il saccarosio, cioè lo zucchero in: glucosio e fruttosio. Direttamente assimilabili dalle api.
Non solo l'acido citrico ricavato dalla spremuta di limone avvia questa reazione, ma anche l'acido citrico puro, acquistabile in farmacia o l'acido acetico.
Se non si vuole usare succo di limone ma direttamente acido citrico il valore da aggiungere alla soluzione indicata in primavera è di 0,3gr per 1 litro di soluzione avendo:
1L di acqua, 1L di zucchero, 2,54gr di acido citrico.
Perchè servono 2,54 grammi di acido citrico?? La risposta è presente in questo nuovo post:
http://apemellifera.blogspot.it/2014/02/calcolo-acido-citrico.html

PROCEDURA secondo me migliore:
Far riscaldare l'acqua a 90 gradi o all'inizio dell'ebollizione, spegnere il gas.
Inserire lo zucchero e maneggiare 2 minuti.
Inserire il succo di limone e maneggiare altri 2 minuti.
aspettare 10-15 minuti.
inserire la soluzione fredda o tiepida in bottiglie da un litro.
dopo circa 2 ore o18-24 ore in base alla temperatura in cui si lascia la soluzione nutrire le api (dopo aver fatto freddare la soluzione).

SPIEGAZIONE:
L'invertasi consiste nella divisione del saccarosio in glucosio e fruttosio.
Tale reazione dipende dal PH dell' acido e dalla temperatura al quale viene fatta la soluzione.
Il tempo in cui il processo di invertasi sarà completo è direttamente proporzionale al PH ( maggiore è il ph e maggiore sarà il tempo necessario per il completamento dell'invertasi) e inversamente proporzionale ai gradi di temperatura (maggiori saranno i gradi e minore sarà il tempo necessario).
Nel nostro caso l'acido citrico ha un PH di 2,4 pertanto per il solo acido citrico l'invertasi sarà completata dopo 2 ore e mezza che la soluzione sta a 60 gradi circa. In realtà i valori del grafico sottostante, si riferiscono a metà soluzione. Ossia a 60 gradi con PH 2,4 dopo due ore solamente il 50% della soluzione avrà completato il processo di invertasi. Poi del 50% rimanente a sua volta la metà cioè il 25% impegherà altre 2 ore e cosi via.
In questo link, andando in basso, viene spiegata la motivazione:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/11/19/che-cos%E2%80%99e-lo-zucchero-invertito/
Non dimentichiamoci che anche l'acqua ha un suo PH (quello medio è di 7), pertanto bisognerà calcolare il PH definitivo del miscuglio acqua+succo di limone.
Ed ecco i valori:
valori
Nel nostro caso in un litro di acqua ci mettiamo ben 40 millilitri di succo di limone pertanto il valore Ph del miscuglio dovrebbe scendere a circa 3, al massimo 3,5.
Essendo impossibile stare li a contare i minuti ed il ph preciso, appare rilevante precisare che l'invertasi si origina anche a temperatura ambiente (come indicato sopra, minore è la temperatura e maggiore sarà il tempo necessario per il completamento del processo).
Per questo la soluzione migliore è quella di portare l'acqua a circa 90-100 gradi e una volta mescolato il tutto, lasciare l'acqua sugli ottanta gradi per un paio d'ore (cosa che non consiglio perchè richiede troppo tempo). Infatti, Se non abbiamo fretta, mettiamo il miscuglio in bottiglia e aspettiamo circa 24 ore, per essere sicuri che l'invertasi abbia avuto luogo almeno nel 80% di tutta la soluzione.

Dal grafico appare più chiara tutta la procedura. Se il nostro miscuglio acido citrico (succo di limone) + acqua ha un ph di circa 3,5 allora facendo la reazione con zucchero ad una temperatura che scende da 100 a 80 gradi sono sufficienti 15 minuti a completare l'invertasi. Siccome nel frattempo la temperatura scende mano a mano sotto gli 80 gradi il tempo necessario per completare il processo aumenta. E' chiaro che nei primi 15 minuti si sarà verificata almeno il 70% dell'invertasi. Quindi quando l'acqua ha raggiunto la temperatura ambiente lo sciroppo può essere dato alle api, avendo un invertasi già attuata per il 70-80%, ma se non abbiamo fretta, aspettiamo 18- 24 ore e l'invertasi sarà quasi totale.

Il grafico è stato preso al seguente link che contiene anche altre informazioni utili:

mercoledì 25 aprile 2012

Si riparteeeee

GRANDE NOTIZIAAAA mi sono stati regalati 2 nuovi sciami, sta volta di provenienza certa, sicura e senza malattie. Possibilità di ottenere miele da una famiglia e lavorando bene anche dalla seconda, ma non é cosa facile. Nei prossimi 4 giorni procederó a passargli l' acido ossalico gocciolato, o apibioxal! Ai prossimi aggiornamenti :)!

mercoledì 11 aprile 2012

SOPPRESSIONE FAMIGLIA

Purtroppo, con molto dispiacere, ho dovuto sopprimere la famiglia malata di  "peste americana".
E' stata un operazione che non avrei mai voluto fare, ma, dopo giorni di monitoraggio della famiglia, di letture, e di ripensamenti, è risultata essere quella migliore, evitando il contagio della malattia a discapito di altre famiglie ed evitando tutto il procedimento della messa a sciame con digiuno forzato che non è detto possa funzionare al 100%.

Sul post della peste americana le due alternative principali, in questo caso sono:

Al termine di ciascuna delle due operazione è opportuno:
  1. Passare a fiamma azzurra tutti gli attrezzi in ferro usati per quella famiglia (leva, affumicatore, pinze prendi telaini).
  2. Bruciare qualsiasi oggetto impregnato di miele o propoli (per esempio io ho dato fuoco al mantice dell' affumicatore, alla cassetta in legno dove tenevo gli attrezzi, ovviamente bisogna bruciare anche i telaini con scorte etc.).
  3. Disinfettare l' attrezzatura recuperabile:
  • L' arnia può essere recuperata pulendola per bene con un pò di VIta oxygen e raschiando le parti interne ricche di propoli e miele con la carta vetrata. Quando risulterà essere pulita, allora si passi la fiamma azzurra, facendo scurire un pò il legno. In questo modo il numero delle spore presente nell' arnia sarà ridotto a zero.
  • La tuta può essere recuperata mettendola a bagno per ore, anche una giornata, dentro una conca con concentrato di vita oxygen, e poi sciacquare in lavatrice a 90 gradi. (stessa cosa per i guanti e altri indumenti di stoffa).

PROCEDURA SOPPRESSIONE FAMIGLIA

Questa operazione alquanto dolorosa per l'apicoltore, va effettuata, in casi particolari, quando cioè la nostra famiglia, affetta da una patologia grave, dimostra sintomi inequivocabili che rendono la soppressione l' extrema ratio.
In questi casi la finalità più importante è quella di evitare che vengano contagiate altre famiglie di api e la tempestività talvolta può essere fondamentale.
Per fare un esempio: la nostra famiglia in seguito alla patologia si indebolisce di molto tanto che api di altre famiglie troveranno comodo andare a saccheggiarla. Oltre a portarsi via il miele, si portano via anche le spore della malattia. Si instaureranno così le condizioni base di diffusione della malattia anche nella famiglia saccheggiatrice.

LA PROCEDURA:
  1.  Al tramonto, di mattina presto, oppure un giorno di pioggia, quando le api saranno tutte all'interno dell'arnia bisogna procedere a coprire con nastro adesivo largo (o nastro da pacchi) tutti i fori dal quale potrebbe uscire aria. Il nastro va passato nello spessore creato tra arnia e coprifavo e sopra al foro del coprifavo. Non è necessario coprire il fondo antivarroa.
  2. Accendiamo una o due zollette di zolfo, le quali dovranno essere inserite all'interno dell'arnia dalla porticina d' entrata. Occhio a non respirare lo zolfo in quanto ci viene proprio a mancare l'ossigeno, pertanto tenetelo contro vento. Se l'arnia ha la rete antivarroa allora lo zolfo può essere appoggiato sopra alla rete stessa, se il fondo è in legno dovrete appoggiarlo in un piccolo piattino di ferro o di coccio per evitare che si bruci il fondo in legno.
  3. Inserito lo zolfo nell'arnia procedere immediatamente a chiudere la porticina d'entrata o con l'apposita griglia di ferro andando a chiudere i fori  della griglia con nastro adesivo, oppure si può usare un maglioncino che messo ad incastro non farà uscire le api e lo zolfo.
  4. La morte delle api avviene in 10 secondi al massimo anche se è meglio lasciare l' arnia cosi come è per almeno 6-7 ore...addirittura si può riandare a controllare il giorno dopo, in modo che lo zolfo si sia piano piano dissolto.
  5. mettere il tutto in un sacco e andare a bruciare.
Per sintomi come la peste è necessario fare un buca nel terreno, e dopo aver dato fuoco a tutto, coprire la buca, per evitare il propagarsi delle spore. Per altre altre patologie è sufficiente bruciare senza sotterrare.

martedì 10 aprile 2012

PREPARAZIONE OSSALICO GOCCIOLATO

Diciamo subito che l'unico trattamento ammesso è l'Apibioxal. Usando ossalico puro e altre sostanze non ammesse si può incorrere in sanzioni. La domanda che si fanno tutti è una: perchè incorrere in sanzioni quando l'apibioxal è composto prevalentemente da ossalico?? una bustina da 35 gr. nr contiene 31.

La somministrazione dell'AO può essere data usando una normale siringa che si acquista in farmacia da 5 o da 10 ml.
Per preparare l' apibioxal abbiamo bisogno di:

- acqua distillata;
- zucchero;
- bustina da 35 gr. di apibioxal.

Preparare 500 ml di sciroppo ottenuto da acqua distillata + zucchero. Ma come ottenere la soluzione precisa a 500ml?

1) Prendere 500 ml di acqua distillata e scaldarla leggermente, appena appena,basta un minimo.
2) quando l'acqua è appena tiepida mischiare 500 gr di zucchero.
3) prendere lo sciroppo e versarlo in un contenitore da 500ml. La parte eccedente che rimane nel tegame o si usa come sciroppo per le api (aggiungendo magari un pò di limone) oppure va buttata.
4) Nel contenitore da 500 ml di soluzione ci mettiamo la bustina di apibioxal da 35 gr.



Per preparare l'ossalico gocciolato invece abbiamo bisogno di:

- acqua distillata;
- zucchero;
- acido ossalico.


PROCEDURA:
Riscaldare l'acqua distillata, una volta tiepida inserire lo zucchero e l'ossalico. Maneggiare e attendere che si freddi. In realtà può anche essere preparata con l' acqua fredda ma ci vuole più tempo per far sciogliere bene zucchero e acido ossalico.

Proporzioni dei componenti
Le proporzioni più usate sono le seguenti::
  • 1 litro di acqua distillata - 1kg di zucchero - 100 gr di ossalico (formula classica italiana).
  • 1 litro di acqua distillata - 400 gr di zucchero - 80 gr di ossalico (formula italiana più leggera).
  • 675 ml di acqua distillata; 675 gr. di zucchero ;  35 gr. di acido ossalico (formula svizzera).
Nella realtà la formula più seguita in Italia è la prima, quella usata anche da me. Non ho riscontrato nessun danno alle api ma è sconsigliato inserire più di 5ml per spazio interfavi altrimenti si rischia la morte precoce delle api. (nella realtà la tolleranza per le api è più alta, ma la prudenza non è mai troppa).

DOSI:
In ogni striscia tra due favi, che sia piena di api, bisogna, con una siringa senza ago gocciolare 5ml di soluzione.
Pertanto per un arnia interna con 10 telaini avremo 9 spazi vuoti tra  telaino e telaino, e 2 spazio vuoti tra telaino e parte laterale dell'arnia.
In questo caso abbiamo 9 interfavi pieni di api e quindi dovremmo versare 5ml*9interfavi= 45ml, mentre nelle parti laterali essendoci api soltanto nella parte del telaino e non attaccate al legno dell'arnia, allora dovremmo mettere 2,5ml a lato.

Con il preparato la varroa cadrà mano a mano nei giorni seguenti.

RECUPERO CON DIGIUNO FORZATO E SCIAMATURA

Il recupero della famiglia, affetta da peste americana o europea, rappresenta una valida alternativa alla soppressione. La buona riuscita è tuttora un punto interrogativo non essendoci metodi scientifici a dimostrarlo ma soltanto la pratica diretta di alcuni apicoltori.
Studiando il fenomeno peste, questo metodo del recupero con digiuno appare sicuramente valido.

Iniziamo con il dire che questa procedura non può essere fatta su tutte le famiglie, ma solo su quelle che risultano essere più numerose e affette da malattia in fase iniziale.
Già se la malattia è in stato avanzato e la famiglia è poco numerosa i fattori di successo si riducono notevolmente.

PROCEDURA:
1) Creare una messa a sciame artificiale. Si prende la famiglia  dall'arnia 1 e con la spazzola si mette all'interno dell'arnia 2 nella quale saranno riposti soltanto telaini con foglio cereo non lavorati. NON si deve dare alle api messe nella nuova arnia ne favi con miele, ne favi con covata. (spruzzare sulla famiglia un pò di vita oxygen che tenderà ad uccidere parte delle spore attaccate sulle api).
I telaini di covata e scorte dell'arnia 1 dovranno essere bruciati.
2) Si aspettano 5 giorni, in modo che le api svuotino tutto ciò che hanno accumulato nella borsa melaria e quindi si saranno spurgate di tutto quel miele contaminato di spore.
3)Il sesto giorno si procede con una nuova sciamatura artificiale mettendo le api dall'arnia 2 dentro l'arnia 3 che conterrà altri telaini con solo foglio cereo non lavorati.
I telaini lavorati dell'arnia 2 dovranno essere bruciati. Si spruzza alle api ancora un pò di vita oxygen.
4) Ora che la famiglia è nell'arnia 3, quella definitiva, bisognerà inserire dentro un telaino di scorte, di una famiglia che sicuramente non ha peste americana (altrimenti i nostri sforzi saranno stati inutili) per far rifocillare le api.
5) Sostituire la regina della famiglia, in quanto potrebbe non essere geneticamente predisposta al meccanismo di selezione naturale o di filtrazione indicato nel post " peste americana".
6) La procedura è finita. tenere sotto controllo la famiglia, magari tenendola comunque lontano dalle altre dell'apiario.

lunedì 9 aprile 2012

CHIARIFICAZIONE DEL LATTE - PESTE AMERICANA

LA CHIARIFICAZIONE DEL LATTE è un metodo che consente, attraverso una reazione chimica, di poter osservare se la nostra famiglia è realmente infettata di peste americana.

ABBIAMO BISOGNO DI.
1) provetta;
2) conta gocce;
3) acqua distillata;
4) latte totalmente scremato;
5) una o due larve morte della covata.

PRECISAZIONI:
  • Il latte deve essere totalmente scremato. Io ho usato latte con grassi 0,1gr per 100ml, mentre il latte parzialmente scremato contiene una quantità pari a circa 1,5gr su 100ml (potrebbe essere troppo elevato e non rende ben visibile la reazione chimica).
  • L' acqua distillata può essere scaldata con un normale contenitore da latte e spegnere il fornello prima dell' effettiva ebollizione.
  • Se la peste americana presunta è in uno stato avanzato si può usare una scaglia attaccata al fondo della cella, altrimenti una larva semi liquida marrone in decomposizione.

FASI:
  1. mettere 1 o 2 larve nella provetta;
  2. riscaldare fino a 70 gradi circa l'acqua distillata e inserire 20 gocce dentro la provetta; 
  3. Inserire 5 gocce di latte, a temperatura ambiente;
  4. muovere delicatamente con un bastoncino la parte alta del miscuglio senza toccare e senza muovere la larva;
  5. Aspettare 20 minuti.
Se il miscuglio denso, color latte, si schiarisce e diventa color paglierino, possiamo dire che la nostra famiglia ha la peste americana.


giovedì 5 aprile 2012

CONSTATAZIONE PESTE AMERICANA

Avrei voluto continuare il mio diaro con argomenti come la sciamatura, la produzione in melario, la smelatura, la filtrazione del miele, la formazioni di un nuovo nucleo, etc...

Ma purtroppo non siamo noi a decidere l'evolvere delle cose. Purtroppo la mia unica famiglia risulta essere infettata di Peste americana, pertanto il mio diario dovrà prendere tutt'altra piega.

Una cosa alquanto inaspettata ma che fa parte di questo mondo.

Come dire.... l'importante è andare AVANTI e NON MOLLARE.

E per quanto mi riguarda: andare a vanti in maniera più biologica possibile, senza antibiotici o trattamenti chimici.