giovedì 8 marzo 2012

CONTROLLO SCORTE MARZO

Con l'inverno ormai alle spalle e dopo la buona notizia della sopravvivenza della famiglia, non ci rimane che attendere la primavera e le fioriture di maggior interesse apistico.

Nei primi giorni di marzo, dobbiamo valutare le scorte e se esse siano ancora buone e utilizzabili dalle api.

INFATTI:
  1. Il miele potrebbe essere fermentato o cristallizzato (in questo secondo caso le api lo mangiano lo stesso a meno che non sia molto vecchio ed estremamente granuloso);
  2. E' possibile che gli opercoli che contengono il miele si siano induriti tanto da non rendere il miele raggiungibile alle api. Dobbiamo pertanto procedere con la disopercolatura delle celle e dare la possibilità alle api di nutrirsi.

DURANTE IL CONTROLLO ho visto che le api stavano mangiando il CANDITO, nonostante l' enorme quantità di scorte presenti, ben 3 telaini pieni e ciò non è positivo.
NELLA parte finale del VIDEO successivo si vede quanto sia rovinato il favo e quanto sia duro il miele all' interno, che nonostante l' operazione effettuata è stato mangiato in minima parte.


Valutare le scorte riveste molta importanza poiché, in questo periodo, la famiglia è ancora poco numerosa (su 3-4-5 favi) e quindi abbiamo tutto il tempo per sistemare i favi e dare la possibilità alle api di trovare terreno fertile.
Se lasciamo favi vecchi, che magari le api non possono nemmeno scavare per " autodisopercolarle", potremmo commettere un errore in quanto quel favo diventa inutilizzabile. E' come se avessimo una casa con 10 stanza dove alcune non sono utilizzabili perché non abbiamo la chiave. La conseguenza di questo è che i favi effettivamente utilizzabili non sono più 10 (o 12 in base al tipo di arnia usata) ma saranno minori. Supponiamo che le api abbiano due favi pieni di scorte che però non possono "lavorare" in quanto gli opercoli sono troppo duri, ecco che il loro margine di manovra non sarà più su 10 telaini ma soltanto su 8.
Questo limita fortemente l' operatività delle api che potrebbero anche essere incentivate a sciamare prima del previsto per insufficienza di spazio.

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